La Biblioteca Comunale di Fermo ospita un Gabinetto di stampe e disegni ricco di oltre 11.000 fogli.
La raccolta è costituita principalmente da documenti dei secoli XVI – XIX, ma comprende anche una ricca sezione di grafica contemporanea, all’interno della quale si isola un cospicuo numero di ex libris ed ex musicis silografici.
Si tratta in gran parte di ex libris provenienti dalla generosa donazione fatta alla biblioteca da Vito Giovannelli, segno della stima nutrita dall’Artista nei confronti di una realtà cittadina dinamica e vivace sotto il profilo della produzione, del collezionismo e della circolazione dell’arte grafica, quale è la Città di Fermo.
Il gruppo degli ex libris di Giovannelli spicca nell’insieme per l’originalità della creazione artistica e per la qualità della grafica.
Maria Chiara Leonori
Duerno d’arte, Biblioteca Comunale Fermo, 2001-2002
Tra i tanti artisti italiani contemporanei merita un elogio sommo Vito Giovannelli, pugliese di origine ma abruzzese di adozione. Il suo iter formativo ha risentito d’un insegnamento altamente istruttivo e di un impegno personale che ha portato a navigare nei mari più vasti e agitati dell’arte , sotto le più svariate espressioni, che vanno dall’antichità classica all’esperienze medioevali, rinascimentali, per confrontarsi poi con l’incessante fluttuare tra gli sperimentalismi e le molte scelte espressive dell’opera moderna e contemporanea.
Giovannelli è stato sempre aperto alle sollecitazioni provenienti dai grandi movimenti del mondo culturale, ma nello stesso tempo ha sempre respirato l’aria salubre della paesanità dell’Abruzzo.
Scrivere di Giovannelli exlibrista significa annotare le qualità più belle, più attraenti, i valori più significativi della sua esperienza grafica.
Giovannelli in ogni ex libris insegue un pensiero, quello che meglio riferisce il rapporto tra il lettore collezionista e il suo libro. Nonché la creatività grafica si ponga come sovrimpressione del referente o di ricalco, ma piuttosto come immagine che, nelle sue valenze spirituali, riconduce ogni oggetto nella verità poetica. …il tratteggiare di Giovannelli è lento e apparentemente semplice con andatura senza ripensamenti o incertezza di movimento, così le immagini riflettono una grande sicurezza e chiarezza di ideazione.
Tutta la creatività exlibristica di Giovannelli è il racconto che rimanda a persone, a fatti, acose, a tempi, a luoghi, a memorie, a sensazioni, a pensieri. L’immediatezza e la trasparenza distinguono la capacità fantastica di Giovannelli nella cui produzione l’abilità tecnica media ogni momento dell’espressività e riporta il fondo emotivo in annodati di movimenti grafici e tracce luminose.
Giovannelli, insomma, nella rielaborazione esteticamente critica dell’oggetto sa conservare gli elementi e le qualità essenziali per cui il rimando conoscitivo è reso sempre facile e certo. Per questo il segno è spontaneo, mai ripensato e ripercorso…
Padre Stefano Troiani
Varie testimonianze critiche e una monografia di Angela Iannotti corredata da un corposo elenco di opere, hanno compiutamente analizzato la personalità di Vito Giovannelli, che da anni vive a Pescara dedicandosi, con impegno all’ex libris e partecipando a numerose rassegne italiane e straniere. … attento osservatore del mondo che ci circonda si è soffermato a delineare piante che dispiegano con armonia rami e fronde, fiori che attestano la loro grazia, animali, semplici oggetti del vivere quotidiano, isolati o commisti, personaggi del passato o del nostro tempo. Dense di suggestioni le immagini sacre, segnatamente le madonne reperite in accessibili lande, o concluse in qualche edicola solitaria. Nell’attenta disamina degli ex libris italiani dalle origini ai nostri giorni (1994), Vito Salierno riscontra che le creazioni di natura religiosa di Giovannelli “si rifanno all’iconografia sacra medioevale”; altri temi trovano ispirazione nel folclore abruzzese e il critico annota inoltre – l’Artista si avvale di una efficace tecnica musiva e vetraria. Nell’esecuzione, nulla è lasciato al caso: il segno che definisce nettamente le forme si articola con palese vivezza.
Attraverso alcuni testi, l’Artista ha instaurato anche ricerche su maestri artigiani degli Abruzzi, delle Marche, sulla ceramica popolare…….
Luigi Dania
La produzione exlibristica di Vito Giovannelli è ormai pervenuta a livelli ragguardevoli, sia sul piano quantitativo sia (ed è ciò che più ci importa) sul piano qualitativo, al punto che molti in Abruzzo e fuori regione fanno a gara per possederne un pezzo. Il segreto di Giovannelli – se così posso esprimermi – è che egli riversa in queste incisioni – che sono delle vere e proprie opere grafiche di piccolo formato – tutta la sua matura sensibilità e capacità di artista avvezzo a regolare le masse, i tratti, i giuochi chiaroscurali, con una maestria ed una sensibilità unici e con un gusto che ricorda da vicino il lavoro paziente degli antichi artigiani o dei sapienti operatori di bottega d’altri tempi.
Chi conosce d’altronde la cura di Giovannelli, chi ha avuto modo – come me – di frequentarne il laboratorio, di vederne l’opera entusiastica e quasi da innamorato, non può non essere d’accordo con quanto scrivo in questa nota e non può non scorgere in lui un autentico maestro, che onora l’Abruzzo e i praticanti di quest’arte antica.
Il suo tratto è continuo. Robusto, scavato quasi nel bianco, con un vigore tutto espressionistico; e la sua tecnica preferita è – non a caso- quella xilografica, che si accosta alle sue tecniche con un rilievo preciso, riconosciuto ormai da tanti collezionisti e studiosi di chiara sensibilità e competenza. Ma oltre che la tecnica, è rimarchevole in Giovannelli l’ampio registro delle figurazioni, cioè l’impianto e lo sviluppo prevalentemente figurativo della sua produzione, la quale conserva un impronta personale (anche se di lontana suggestione decarolissiana) che si riconosce tra le altre produzioni o le analoghe tematiche, per la capacità di riproporvi la sicurezza grafica degli altri suoi lavori di incisore, di artista del bulino, di artigiano (in senso ovviamente pregnante e qualificante) dell’immagine. Per queste ragioni mi pare che una maggiore attenzione verso i suoi ex libris ed ex musicis sia cosa non soltanto auspicabile (come uno specifico catalogo ad esempio) ma anche occasione proficua per una rimeditazione più puntuale dell’intera materia, che a suo modo interpreta ed esprime il gusto di una generazione, di un età, di una condizione umana e culturale da noi facilmente riconoscibile.
Vito Moretti
L’arte incisoria di Vito Giovannelli
Editrice Italica, Pescara, 1987
…tra i tanti ex libris pervenuti a Pescara, uno dei migliori è stato, per volontà dell’autore, collocato fra le opere fuori concorso, e su questo ex libris converrà alquanto indugiare. Ne è autore uno dei maestri dell’arte exlibristica, Vito Giovannelli: maestro non solo sul piano dell’arte, ma anche su quello della vita morale. E infatti il Giovannelli amico intimo di tutti i membri della Giuria, non ha voluto creare ad essi problemi di alcun genere né alimentare nel pubblico illazioni malevoli, ed ha liberamente escluso il suo lavoro dalla possibilità (che era più che una certezza) di essere premiato, di ottenere anzi, uno dei premi più alti. Questo ex libris di Giovannelli è degno di tutta la sua ormai vastissima produzione exlibristica: una produzione che, come sanno i competenti, si impone non solo per la chiarezza e l’incisività delle immagini, ma per quel velo di poesia da cui le immagini sono avvolte, e che ad esse conferiscono pregio e spessore. Giovannelli non mira ad ottenere facili effetti imponendo l’effigie creata nella sua totalità, né si perde nella cura analitica e minuziosa dei particolari: riesce benissimo a conciliare, invece, la forza dell’insieme col rilievo delle parti, il messaggio che proviene dal tutto con l’indugio sapiente sui piccoli segni specifici. Nasce, la sua arte (che non è solo exlibristica, ma anche incisoria e genericamente pittorica) da una suprema dedizione non solo stetica ma etica, una dedizione per cui il possesso di una tecnica assolutamente perfetta è posta a servigio di tutta una visione del mondo fatta di comprensione e di malinconia. L’ex libris presentato a Pescara (e collocato come s’è detto, fuori concorso,) è al tempo stesso semplice e complesso, immediato e simbolico. Eseguito con raffinatissima tecnica serigrafica, rappresenta D’Annunzio nel suo aspetto tradizionale (il volto aperto, lo sguardo penetrante e pensoso, i tipici baffetti ed il pizzo), ma il busto del poeta emerge da una specie di colonna floreale in stile liberty: un richiamo significativo al tempo in cui D’Annunzio visse e operò, tra la fine del secolo scorso e il principio del nostro. D’Annunzio sentì molto l’influenza del liberty, ma se ne riscattò, attingendo, nelle sue cose migliori, l’universale e l’eterno: questo dato della cultura è rappresentato dal Giovannelli nel suo ex libris, in cui la metà superiore è occupata dal busto del poeta, e la metà inferiore da una composizione di chiaro stile floreale. Il nesso tra le due parti è il nesso tra la storicità del D’Annunzio e la sua perennità extra temporale. In un’immagine, dunque, è compendiato un pensiero: anzi, per meglio dire, un dato intellettuale è trasfigurato in una figura apparentemente semplice e lineare, e invece ricca di profonde implicazioni culturali. Ed è un esempio, questo, della classicità di Giovannelli: una classicità che non si chiude in un rigido manierismo di forme, ma si apre alle esigenze della vita, al presente e al futuro.
Francesco Desiderio
Vito Giovannelli e il concorso su D’Annunzio
Testo tratto da: Ex libris, rivista italiana di xilografia, ex libris e piccola grafica
Milano, n°11, 1989, pp.66,67